Presentazione “Teppa – Festival delle resistenze metropolitane”

Presentazione “Teppa – Festival delle resistenze metropolitane”
Comincia la marcia di avvicinamento verso Teppa – Festival delle Resistenze Metropolitane e non poteva che partire dalla presentazione dell’omonimo libro del compianto Valerio Marchi.
Ne parleremo con Cristiano Armati (Red Star Press – Hellnation Libri) e il Duka.

A seguire apericena e djset All Night Long ft Pataniello (ITR)

Teppa – Festival delle resistenze metropolitane
20-21 Aprile 2017 Università La Sapienza, Roma

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Perché Teppa?

Perché TEPPA?

Teppa. Difficilmente, in quest’epoca della rivoluzione della comunicazione e dalla costante ridefinizione di contenuti e significati, possiamo trovare un simile termine del quale interiorizzare e sentire profondamente nostri tutti i contenuti che esso presuppone.

“Teppa” è il titolo, e se vogliamo anche il protagonista intrinseco, del best-seller di Valerio Marchi, un punto di riferimento imprescindibile per la nostra formazione culturale, in cui l’autore tenta di istituire una genealogia storica tra tutti i casi di opposizione materiale, di conflitto, di ondate di giovani e meno giovani tagliati fuori dai cicli di produzione e dimenticati dalla “splendida cavalcata” della civiltà consumista verso il progresso dal Rinascimento ai giorni nostri; di coloro che non accettavano di vivere passivamente la loro subalternità sociale e di diventare inopinatamente carne da cannone o esercito di manodopera di riserva. Gruppi che dalle periferie, fisiche o concettuali, dell’impero venivano per assaltarne il cuore pulsante, disposti quindi a mettere in dubbio lo status-quo per ribaltarlo e affrontare a viso aperto la narrazione ufficiale con ogni mezzo necessario.

Non solamente attraverso le battaglie d’opinioni, le romantiche, ma poco efficaci lotte contro i mulini a vento di Cervantiana memoria o i vademecum per aspiranti rivoluzionari da imparare a memoria, ma anche sporcandosi le mani e mettendosi direttamente in gioco, facendo uso di tutta quella furia iconoclastica se non espressamente nichilista, cantata dai Bloody Riot del compianto Roberto Perciballi (un altro dei numi tutelari di questo nostro progetto) in “Teppa Life”, pietra miliare del punk italiano e colonna sonora di un’intera generazione di riottosi; anche a costo di subire una pesante stigmatizzazione da parte dell’opinione pubblica e di quei ben pensanti che dai loro trespoli all’interno dei quartieri per bene, hanno sempre appiattito ogni rivendicazione sociale sul piano della delinquenza facendoli diventare così dei capri espiatori su cui riversare tutte le colpe e tutte le ansie della società. Quei così detti “Folk devils” che fungevano e a ben vedere fungono tutt’ora da arma di distrazione di massa permettendo così alla classe dirigente di tenere ben salde le redini del controllo sociale, distraendo l’opinione pubblica dai suoi misfatti perpetrandoli in quello che si vorrebbe un tacito assenso generale ottenuto sulla massa ignava di chi non ritiene necessario alzare la testa per opporsi e lottare in nome della propria dignità quasi senza colpo ferire.

Ma “Teppa” vuole ricordare anche Andrea Bellini, purtroppo venuto a mancare poco tempo fa, e della sua Banda del Casoretto alla cui memoria dedichiamo idealmente questo festival. Con questo quartiere storicamente operaio di Milano, Bellini per quasi tutta la sua parabola politica mantiene un rapporto vero, vissuto quotidianamente da abitante delle periferie che conosce i bisogni e le pulsioni della sua gente, e che gli consente di creare il servizio d’ordine più famoso ed efficiente dei suoi tempi per una Milano che sta vivendo prima delle altre città il cambiamento della propria classe operaia, ( ma potremmo generalmente allargare il discorso a tutte le componenti “antagoniste”) sia dal punto di vista esistenziale che da quello del paradigma politico-sociale, dovendosi allo stesso tempo confrontare non solo con la sbirraglia e coi fascisti, ma con tutti quei “professionisti della politica di movimento”, che per quanto possano cambiare i tempi e i luoghi, li ritroviamo in tutte le declinazioni sempre uguali a se stessi, forti della loro posizione “garantita”, con la spocchia di chi si reputa l’unico custode della verità e dei corretti metodi di fare politica, a pontificare su ciò che è giusto e ciò che è coerentemente rivoluzionario e ciò non lo è, puntando il dito sugli altri senza mai mettersi in discussione, a tutti loro la banda Bellini ha continuato a lasciare le briciole delle gratificazioni dialettiche e dei momenti assembleari per andare a prendersi i gradi sul campo. Il merito principale di Andrea Bellini è stato proprio quello di aver dimostrato che i rapporti di forza si possono cambiare e che proprio in nome della loro genuinità, un gruppo di teppisti provenienti dalla periferia, se adeguatamente organizzati e inquadrati, sono in grado di ridurre al lumicino le velleità salottiere dei soloni della rivoluzione e di mettere paura ai potenti e ai loro cani da guardia, siano essi fascisti o poliziotti, potendo realmente aspirare a concorrere al cambiamento futuro.

È proprio attingendo a piene mani a questo pantheon, che abbiamo deciso di canalizzare il nostro rapporto a quei territori in cui ogni giorno è necessario resistere per mantenere la nostra identità e pensare di passare al contrattacco: in un momento così delicato di attacco frontale da parte delle classi dirigenti nei nostri confronti, appare quanto mai necessario resistere concretamente, tanto alla gentrificazione dei quartieri popolari, quanto agli sfratti che si moltiplicano giorno dopo giorno, ma anche allo smembramento del nostro background culturale e allo sdoganamento della guerra tra poveri che attualmente viene condotta sotto l’egida del razzismo e della violenza squadrista foraggiata dall’assordante silenzio di una c.d. società civile ormai inebetita, ma anche dai soldi dei e dalla compiacenza dei loro finanziatori sempre meno occulti. È per questo preferiamo usare il termine resistenze al plurale.

Ma per non fare la fine dei Templari o di altre comunità autoreferenziali è necessario, oggi più che mai, vivere i territori e non solo attraversarli, sporcarsi le mani e far partire progetti che riescano a ridefinire le nostre coordinate culturali, anche mettendoci più tempo del previsto, nelle quali non può certo mancare quella solidarietà di classe che da sempre è un patrimonio degli oppressi di tutti i tempi e di tutti i luoghi e che proprio per questo, è sotto attacco dal nuovo paradigma neoliberista che ha nel culto dell’individualismo uno dei propri pilastri.

Tuttavia sarebbe fuorviante, e forse più tipico di quei “professionisti” stigmatizzati dal Bellini, supporre di avere la soluzione in tasca e di essere già a buon punto nell’unificazione degli interessi di tutti gli sfruttati, anzi tutt’altro!

Vivere i quartieri e le borgate vuol dire confrontarsi con gente, situazioni e socialità differenti da quelle abbastanza autoreferenziali che noi compagni siamo abituati a vivere nei nostri spazi ed essere ugualmente un punto di riferimento o comunque socialmente riconosciuto dalla comunità; vuol dire avere un confronto in cui a volte si parte con la pretesa di volere insegnare qualcosa e si finisce a essere noi stessi quelli ad aver appreso le lezioni più importanti senza approcciarsi con tabelle di marcia come se si fosse in una fabbrica dove bisogna ottenere obiettivi aziendali, vuol dire mettere in pratica tutte quelle formule scritte nei nostri manuali e declinarli alle imprevedibili (e per qualcuno ancora indecifrabili) dinamiche della strada, vuol dire sporcarsi le mani e sapersi rialzare anche quando si hanno delle rovinose cadute. Cadute che capitano a chiunque abbia provato a mettersi realmente in gioco e a rischiare, ma che non devono necessariamente voler dire la fine dei percorsi, perché essenzialmente vuol dire sperimentare e non fermarsi mai alla propria piccola oasi, ma cercare di mettere in confronto le esperienze metropolitane di varia natura e cercare un comune denominatore che sia da stimolo per migliorarci tutti e riuscire a ottenere quello scatto in avanti per cui dalla semplice, ma non scontata né tanto meno sottovalutata socialità, si riesca a passare a un livello successivo di mobilitazione, attraverso l’organizzazione e la partecipazione diretta alle proprie vite.

Dalla somma di questi postulati, confrontando le differenti esperienze e le differenti resistenze in cui siamo impegnati nella quotidianità e attingendo a piene mani alle nostre radici culturali, a quell’underground che attraverso le sue molteplici forme ed espressione darà vita alle nostre rivendicazioni e sosterrà appunto la nostra resistenza che abbiamo deciso di dare vita a questo festival che, grazie alle sensibilità diverse che si sono coagulate intorno, potrà restituire un affresco della vita della teppa metropolitana del terzo millennio, del rapporto con i quartieri e con chi questi spazi li vive, delle importanti mediazioni della musica e dello sport vissuti dal basso e non come vacche da mungere in nome del business, dell’arte e di tutte le forme di produzione di saperi non convenzionali e di un immaginario coinvolgente in gradi di rivitalizzare un conflitto in crisi (e la cui gestione è demandata a chi non sa davvero cosa farci), che scardineranno quell’opprimente cappa normalizzante che tutti i giorni respiriamo a pieni polmoni per ridare voce ai giovani e a tutte quelle persone di cui nessuno si è preoccupato di garantirgli un futuro, ma che non hanno nessuna intenzione di sperare nella divina provvidenza, ma vogliono scrivere in prima persona il proprio destino.

Teppa – Festival delle resistenze metropolitane

20-21 Aprile 2017 Università La Sapienza, Roma

Saranno organizzati eventi di lancio anche nei mesi precedenti al Festival.

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Pomeriggio di Natale 2016 all’Ex 51

Pomeriggio di Natale 2016 all’Ex 51

Come tutti gli anni invitiamo chiunque volesse smaltire il pranzo di Natale, chiunque volesse fuggire dal parentame, chiunque volesse giocare a carte, chiunque volesse continuare a bere e mangiare, e in generale chiunque volesse passare un pomeriggio in buona compagnia a venire all’Ex 51 per un pomeriggio in compagnia
Vi aspettiamo
Biliardino – carte – dolci – amari – vino – birra

Ai/alle detenuti/e Buon Natale
Agli infami ogni male

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12 ANNI DI OCCUPAZIONE, LIBERAZIONE, AUTOGESTIONE

BUON COMPLEANNO EX 51!
12 ANNI DI OCCUPAZIONE, LIBERAZIONE, AUTOGESTIONE
11.11.2004 – 11.11.2016


PROGRAMMA
Venerdì 11, ore 18
ASSEMBLEA PUBBLICA
LE NOSTRE RAGIONI DEL NO AL REFERENDUM
Per festeggiare questi 12 anni di occupazione dello spazio invitiamo tutt* all’assemblea pubblica sulle nostre ragioni del NO.

L’11 novembre festeggeremo il nostro dodicesimo anno di occupazione, come di consueto, alla cena celebrativa affiancheremo un momento di confronto aperto a tutti; in questa occasione abbiamo ritenuto importante scegliere il prossimo referendum costituzionale del 4 dicembre come tema della discussione, tenendoci ad esporre e ribadire le nostre ragioni a sostegno del NO e a dibatterne insieme alle persone che animano percorsi che condividiamo e a cui siamo vicini. In questo momento caratterizzato da una campagna elettorale propagandistica guidata dal governo e da una scarsità di incentivi reali al confronto, che non sia quello sterile e condizionato dei talk show televisivi, e alla comprensione di questa riforma, siamo convinti che aprire il nostro spazio per questa iniziativa sia la scelta giusta da fare.

Interverrà una dottoranda in Diritto Costituzionale per inquadrare il tema, quindi proseguiremo con un’assemblea pubblica.
Vogliamo evidenziare le nostre ragioni al NO: le ragioni di chi lavora, di chi è senza lavoro, di chi vive nella precarietà, di chi va a scuola e studia all’università.

C’è chi lavora in nero
C’è chi è sfruttata il doppio in quanto donna
C’è chi è precaria o precario
C’è chi ha dovuto lasciare il suo paese
C’è chi vive in una metropoli inquinata
C’è chi studia in una scuola che crolla
C’è chi non può permettersi i libri
C’è chi farà l’alternanza scuola-lavoro da McDonald’s
C’è chi non si può permettere un affitto
C’è chi non vuole un centro commerciale nel suo quartiere
C’è chi non ne può più di lavori precari e sottopagati
È la mia condizione dico #NO
perché rifiuto tutto questo

A SEGUIRE
CENA SOCIALE con riffa e brindisi!

Tutto il ricavato della consueta riffa di compleanno sarà devoluto alla casa per le spese legali dei compagni e delle compagne processati per i fatti di Magliana del 5 novembre.
La solidarietà è un’arma, l’antifascismo non si processa.
Tutte Liberi

Verso il corteo nazionale del 27 novembre.
#CèChiDiceNO#27NO

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Workshop Teatro dello specchio

Workshop Teatro dello specchio

Forte dell’esperienza formativa presso il C.I. La Cometa, Evelina Rosselli terrà, fra il 23 e il 25 settembre, il workshop Teatro dello specchio. Si tratta di un corso introduttivo della durata complessiva di 3 incontri, all’interno dei quali una ricca serie di esercizi mirati permetterà ai partecipanti di sviluppare nuove capacità di comunicazione, attenzione, ascolto e osservazione. Il possesso di tali capacità, infatti, rappresenta una base imprescindibile per chiunque intenda approfondire lo studio dei metodi e delle tecniche del teatro moderno.

Il workshop ‘Teatro dello specchio’ prende il nome dall’importanza che riveste l’immedesimazione empatica di sé nell’altro, soprattutto sul palcoscenico. Il corso propone un’esperienza della durata complessiva di 3 incontri, all’interno dei quali, attraverso la messa in atto di esercizi mirati, sarà sviluppata la sensibilità di ognuno nei confronti dell’altro e del gruppo. Quest’esperienza è volta a sviluppare le capacità di comunicazione, di attenzione, di ascolto e di osservazione dei partecipanti.

Luogo: Spazio Sociale Ex51 – via Bacciarini 12A (MetroA Valle Aurelia)

Giorni e orari:

Venerdì 23 settembre ore 14.30 – 18.00
Sabato 24 settembre ore 10.00 – 16.00
Domenica 25 settembre ore 10.00 – 12.00

Per la partecipazione è NECESSARIO prenotarsi agli indirizzi riportati di seguito.

Info e prenotazioni:
333 90 35 198 Evelina Rosselli
teatrodellospecchio@virgilio.it

Costo complessivo del workshop: 15 Euro

Grafica di copertina:
Gasparrini Jacopo Ernesto (Broken Torus)

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E’ Street – L’estate in strada FESTA Popolare 2016

E’ Street – L’estate in strada FESTA Popolare 2016

Anche quest’anno ci riprendiamo tutto, vogliamo liberare il nostro “libero”, vogliamo poter esprimere le nostre passioni, vogliamo cultura gratis e vogliamo un’altra socialità fuori dal circuito del profitto.
A volte d’estate non usciamo perché non abbiamo abbastanza soldi, bersi una birra o un tè non può costare più di quanto si prenda in un’ora di lavoro.
La cultura: musei, cinema, teatri sono tutti fuori portata.
Per questo abbiamo deciso di riproporre il progetto di E’-STREET: per condividere con tutti e tutti i momenti di spazio liberato che attraversano la città.

VENERDÌ 24 GIUGNO – SOTTO I PALAZZI ROSSI
È-Street – L’Estate in strada
–>> Dalle h 17 fino a mezzanotte <<–

> Nel pomeriggio:
Giochi per bambini
Torneodi Burraco, Briscola e Tresette
Torneo di Biliardino

> In serata:
Trattoria popolare
CONCERTO con Ciccio Bastardo e MR. Nessuno – Mr.No1
Incursioni teatrali a cura della Compagnia Habitas
STORNELLI ROMANI a cura del trio “De Roma Nostra”

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DUE – Spettacolo teatrale

Compagnia Habitas e Esercitazioni Invisibili
presentano

DUE
7 maggio 2016 ore 19

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L’IMBROGLIETTO (durata 20’)
spudorato omaggio a Karl Valentin e Liesl Karlstadt

testo e regia Niccolò Matcovich
con Livia Antonelli, Valerio Puppo, un MacBook Pro
produzione Compagnia Habitas

Karl e Stadt rappresentano la coppia, archetipo teatrale, ma allo stesso tempo rispecchiano l’animo “tingeltangeliano” di Karl Valentin e la compagna Liesl Karlstadt, in un gioco semplice e dialettico dai toni surreali. In questo ci atteniamo fedelmente alla dedica testuale e i due attori saranno un ragazzo e una ragazza, il cui sesso è tuttavia celato, ibrido, a rimarcare il rapporto surreale e l’indefinitezza dell’animo umano. La bigliettaia, terzo personaggio del testo, è invece affidata ad una macchina, un computer da cui “emaneranno” le battute, simbolo della disumanizzazione e macchinosità del marchingegno istituzionale, amministrativo e burocratico. Non c’è dialogo con il robot, ma la possibilità della beffa, a due ceffi così, non la toglie nessuno.

Primo studio su
O MI AMI, O TI ODIO (durata 20’)
come mettere la solitudine in provetta con un atto di dolore

di Niccolò Matcovich
con Simone Giustinelli
assistente alla regia Chiara Aquaro
scene e costumi Antonia D’Orsi
luci Cristiano Di Nicola
regia Simone Giustinelli
produzione Justintwo

Alla fine di tutto, Lui decide di parlarle, di spalancare le porte della coscienza e invocare un’ultima, sorda, richiesta d’aiuto. Dopo l’amore, dopo il sesso, le pretese d’un vivere borghese, dopo le domande esistenziali e la voglia di avere un figlio, dopo il sogno di partecipare a un quiz-show, dopo tutto questo Lui le dice il pianto che c’è nel fondo di un legame spezzato. Un monologo della fine, un urlo in versi, una richiesta d’aiuto e di scuse, sulle ceneri di una relazione che non è più.

A SEGUIRE APERITIVO

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STRAIGHT OUTTA SUNDAY vol. 2

Thirty Minutes Crew presenta:
STRAIGHT OUTTA SUNDAY
Domenica 10 aprile 2016
ai piatti:
DJ JOEN (rap)
DJANNI (rap)
PIETRO RIST (house/deep)
SKR8 (elettronica)
MIAL a.k.a. NOM (dub/reggae)

INGRESSO GRATUITO COME SEMPRE!

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Cineforum Seneca all’Ex 51

Cineforum Seneca all’Ex 51
Ricomincia il consueto appuntamento domenicale con la proiezione di film a cura del Seneca nell’ambito del CineForum

Alle 21: proiezione gratuita
birra, popcorn a prezzi popolari e bilardino per tutti/e

CALENDARIO COMPLETO CINEFORUM
Domenica 3.4 LOCK & STOCK (1998)
Domenica 10.4 ENTER THE VOID (2011)
Domenica 17.4 YOUTH (2015)
Domenica 24.4 BLUE VELVET (1986)
Domenica 8.5 GRAND BUDAPEST HOTEL (2014)

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Euskal Herria Calling – Iniziativa con cena a sostegno di Askapena

EUSKAL HERRIA CALLING
• Venerdì I aprile ore 20:30
Cena a sostegno delle spese legali del collettivo internazionalista Askapena.
Saranno presenti compagni e compagne basche per raccontarci la situazione politica attuale nei paesi baschi.

• sabato 2 aprile, presso il CSOA La Strada, Via Passino 24 (Garbatella)
dalle 18:30
incontro “Solidarietà internazionale contro i meccanismi repressivi dello stato spagnolo”.
Ne discutiamo con il collettivo Askapena, uncasobasco, Marco Santopadre, Karlos Garcia Preciado

Alle ore 20:30 Cena popolare (prezzo 10€).

Alle ore 22:00 Concerto
El sonido de la Metralla (irunea punk)
Saskarrak (txantrea punk)
No More Lies (S.P.Q.R. HC)

 

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