La storia del campo da calcio di Valle Aurelia

No, questo non era l’Olimpico, ma solo un campetto di terra battuta, con la bandierina del calcio d’angolo tutta rattoppata e il difensore che alle brutte sparava la palla nel canneto. Questo era un campo di terza categoria, ruspante come la pozzolana di un palcoscenico dove, se per caso ti scordavi dov’eri, c’era sempre una voce che ti riportava alla realtà: “Aoh! E guarda che stamo a Valle Aurelia, mica a Real Madrid!”.
Ma questo campo ha le sue storie da raccontare: come quelle di una tradizione orale disseminata tra il bar, la sezione e la parrocchia e come quella, leggendaria, dell’ex terzino della nazionale Giacomo Losi: “Core de Roma”, mitico capitano dei tempi cupi. Negli anni ‘50, quando Losi esordiva in serie A, Valle Aurelia si chiamava ancora la Valle dell’Inferno. E la squadra della borgata, la Stella Rossa, militava nel campionato regionale, disputando le sue partite sul campo, oggi sparito, ubicato nell’area in cui si svolge attualmente il mercato rionale.
Ma il calcio, nella Valle, è sempre stato di casa: così negli anni ’60-’70, la rosso-verde Valle Aurelia e la bianco-rossa Valle dell’Inferno battagliavano sui campi polverosi della borgata, la prima su quello che fu poi ingoiato dal cemento dei palazzoni, la seconda su un campo in pozzolana posto accanto alle vecchie case dei fornaciai, nel cuore del parco del Pineto.
Oggi questo campo rappresenta uno degli ultimi avamposti di resistenza sportiva e popolare a Valle Aurelia, e, per questo motivo, le associazioni del territorio, unite per il Pineto, sono chiamate a restituirlo alla comunità, liberandolo da incuria e degrado.

La storia del campo su Radio Onda Rossa