Emanciparsi dall’emancipazione emancipata!

Emanciparsi… dall’emancipazione emancipata!

Letture, proiezioni, dibattito:

Mary Brave Bird
Donna Lakota
Messico
Lupe La Camelina

Le costruzioni che riguardano la “razza” e il “sesso” si rimandano l’un l’altra. I meccanismi di oppressione messi in atto sono molto simili come sono molto simili i percorsi di repressione, di addomesticamento e di coinvolgimento nelle strutture di potere.
“L’istituzionalizzazione, la trasformazione della nozione di gruppo naturale in categoria ratificata dallo Stato non è stata il risultato di saperi scientifici […] ma del giuridico. La razza diviene una categoria legale effettiva come categoria della natura (categoria originaria non divina e non socio-umana) alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti (le leggi Jim Craw), nel 1935 nella Germania nazista (le leggi di Norimberga), nel 1948 in Sud Africa (leggi dell’apartheid) […]. In tal modo il carattere “naturale” (la razza e il sesso) essendo divenuto una categoria legale interviene nei rapporti sociali come tratto costrittivo e imperativo”.

Il neoliberismo che è la forma compiuta ed attuale del capitalismo nella sua necessità autoespansiva non può che distruggere le economie altre. Questo si proietta nel rapporto con le altre culture nei cui confronti non c’è rispetto delle peculiarità, ma solo una forma di cannibalismo culturale a conferma che il capitalismo è anche metabolismo sociale.
Non a caso i due popoli più perseguitati sono negli Stati Uniti le/ i native/i e nell’Europa occidentale le/i Rom perché entrambi sono quelli che più si oppongono questo progetto di integrazione.
Questa è l’operazione in atto anche nei confronti di noi donne, è questo che intendono per emancipazione/integrazione, l’adesione ai valori della società patriarcale e alla sua strutturazione sessista, classista, razzista.
Con l’emancipazione usata come fine e non come mezzo, le donne che ricoprono un ruolo nelle istituzioni, ma anche quelle che a vario titolo si identificano con i meccanismi di questa società, le donne in carriera che credono nella meritocrazia, nell’autorità, nella gerarchia, quelle in divisa che lavorano nelle istituzioni totali e nel controllo, quelle che usano la professionalità per contribuire all’assoggettamento delle personalità così dette “devianti”, tutte quelle che si prestano ad essere veicolo privilegiato del pensiero unico dominante perpetuano l’oppressione su tutte le altre donne.
Questo comporterà necessariamente sempre un gran numero di donne la stragrande maggioranza emarginate e oppresse in diverso grado a seconda del dato biologico, censorio, etnico. Il paradiso è promesso e non raggiungibile per tutte, solo per quelle che si prestano a tenere nell’inferno la stragrande maggioranza delle altre.
Le così dette “democrazie occidentali” hanno impostato in questi anni, attraverso la socialdemocrazia riformista un meccanismo tanto perverso quanto efficace, con la strumentalizzazione dei diritti umani, delle donne e delle diversità, sia sul fronte interno che sul fronte esterno, creando una società dell’antirazzismo razzista, dell’antifascismo fascista, dell’antisessismo sessista.
È necessario smascherare questi meccanismi perché il femminismo o è liberatorio o non è.

A seguire aperitivo

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