Le nostre ragioni del NO al referendum Atac
Venerdì 2 novembre ore 18:30
̶P̶i̶a̶z̶z̶a̶l̶e̶ ̶d̶e̶l̶l̶a̶ ̶f̶o̶r̶n̶a̶c̶e̶ ̶d̶i̶ ̶V̶a̶l̶l̶e̶ ̶A̶u̶r̶e̶l̶i̶a̶
̶(̶i̶n̶g̶r̶e̶s̶s̶o̶ ̶d̶a̶l̶l̶a̶ ̶m̶e̶t̶r̶o̶ ̶A̶ ̶V̶a̶l̶l̶e̶ ̶A̶u̶r̶e̶l̶i̶a̶,̶ ̶d̶a̶ ̶V̶i̶a̶ ̶d̶i̶ ̶V̶a̶l̶l̶e̶ ̶A̶u̶r̶e̶l̶i̶a̶ ̶o̶ ̶d̶a̶ ̶V̶i̶a̶l̶e̶ ̶d̶i̶ ̶V̶a̶l̶l̶e̶ ̶A̶u̶r̶e̶l̶i̶a̶)̶
Spazio Sociale Ex 51
Via Bacciarini 12a – Valle Aurelia
Dibattito con il Comitato utenti e lavoratori in difesa del trasporto pubblico
A Roma, l’11 novembre si terrà un referendum consultivo sulla privatizzazione di Atac. Promosso dai Radicali e da una componente maggioritaria del Pd, il referendum rappresenta solo l’ultimo tentativo di sottrazione, dal controllo pubblico, di quei servizi essenziali che dovrebbero essere garantiti ai cittadini.
Alla cittadinanza si pongono due quesiti referendari: entrambi offrono l’occasione ai privati di entrare nel mercato del trasporto per godere dei guadagni su un servizio pubblico già al collasso.
In questa città, i problemi del trasporto pubblico sono sotto gli occhi di tutti, mentre sono meno chiare le cause che conducono a questi disagi.
A dispetto di quanto si crede, i dati ci dicono che la colpa non è degli “utenti che non pagano il biglietto”, essendo l’evasione, nella più pessimistica delle accertazioni, meno del 10% dei casi; ma non è neanche dei lavoratori, alle prese con la flotta più vecchia d’Europa e in pesanti condizioni di sotto-organico.
In realtà, le motivazioni di un servizio non all’altezza sono da ricercare nella drastica riduzione dei finanziamenti pubblici destinati al trasporto (circa -70% dal 2009), riduzione che non permette quegli investimenti necessari al miglioramento del servizio; negli stipendi d’oro dei manager, con 70 retribuzioni oltre i 100.000 euro e uno stipendio che arriva a 600.000 euro; tutto questo mentre i dipendenti “normali” dell’azienda rischiano il licenziamento con la scusa che l’azienda è in crisi, sono costretti a mettersi in malattia perché non gli concedono le ferie, e saranno penalizzati gravemente dal nuovo concordato aziendale e dall’eventuale di privatizzazione dell’azienda, che porterà altri tagli sia al personale che alle linee meno remunerative (quelle periferiche e le notturne).
Che il privato non sia la soluzione, a differenza di quanto affermano i Radicali, è testimoniato dai disastri provocati dalla privatizzazione di 100 e più linee (ebbene sì, il servizio è già al 20% privato!) nelle zone periferiche della città, indubbiamente le più colpite dal disservizio.
Quando il privato mette le mani su un settore essenziale per i cittadini, come quello del trasporto, il mantra dei profitto provoca o un servizio inaccessibile alla fasce più deboli, o uno smantellamento del servizio stesso o un maggiore sfruttamento dei lavoratori. La tragedia del Ponte Morandi a Genova è l’ultimo esempio di cosa possa provocare l’inseguimento del “guadagno a ogni costo”.
Quello che vogliamo è un rinnovato protagonismo del pubblico nei settori strategici del paese: questi referenda sono quindi un’occasione per ribadire il No alla privatizzazione, ma anche un NO allo status quo, per rimettere in discussione l’attuale gestione del trasporto pubblico a Roma.
Noi non ci stiamo: in una città dove il traffico e lo smog sono un
problema gravissimo, in cui i lavoratori sono costretti a ore di macchina per andare al lavoro, non vogliamo un servizio scadente: le corse sono insufficienti, le corsie preferenziali sono poche e mal fatte, i notturni saranno sempre di meno, la metro non copre neanche il 20% del territorio cittadino, i mezzi sono vecchi e pericolosi, le periferie abbandonate a loro stesse.
Non vogliamo pagare i debiti accumulati per la mala gestione e per i
loro stipendi milionari!
Vogliamo la fine dei licenziamenti, e ci opponiamo alla privatizzazione di questo essenziale servizio pubblico!
Vogliamo un trasporto pubblico accessibile a tutti, che funzioni sia di
giorno che di notte, che preveda agevolazioni per le fasce non protette,che assicuri i diritti dei lavoratori, che non renda lo spostamento in città uno stress o un privilegio per alcuni, ma un servizio garantito ed efficiente.