E’-street!
L’Estate in strada.
Sì che a piagne semo tutti bbòni
“ ‘n ce sta ‘na lira, aa crisi se sente”
poi passi l’istate sotto i portoni.
Ma d’organizzasse ‘nsieme ‘n te viè ‘n mente?
E anche quest’anno il comune di Roma generosamente offre ai suoi cittadini “ l’Estate romana!” Sottotitolo “Una vacanza per tutti”. Il “per tutti” è eufemistico. E poi, a quale prezzo?
L’Estate romana presenta, tendenzialmente, due tipi di offerta:
– gli eventi gratuiti: vetrine per lo shopping, sponsorizzati da Banche e Fondazioni private alla ricerca di un’immagine pulita;
– gli eventi a pagamento: i concertoni, dagli imperdibili 60 euro in su, oppure le birre a 5 euro che accompagnano gli eventi gratuiti.
La si può trovare una semplificazione eccessiva. Fuor di dubbio, nulla si presenta in bianco e nero. Tuttavia non ci allontaniamo di molto dal vero nell’evidenziare che la logica sottostante l’estate romana, gratuiti o meno che siamo gli eventi, resta una: la logica del profitto.
Negli anni ’70 Gianfranco Manfredi diceva che “si tracciano le condizioni della felicità, il si può fare ed il non si può fare. I riti,manco a dirlo, sono riti di merce. E lo dico senza scandalizzarmi. Chi si scandalizza di solito è chi organizza il rito perché la merce vi sia presente, ma sfuggente, vi sia esorcizzata.” Concetto calzante ed attuale.
Non si tratta di esagerare, si tratta di ragionare, ad esempio, sul perché l’ingresso in uno dei “villaggi fitness” costi 15 euro a persona mentre lo stipendio di chi ci lavora si aggira sui 4 euro l’ora. E’ il mercato del lavoro in nero stagionale. Sfruttamento delle masse di precari e disoccupati accuratamente create durante il resto dell’anno dalle politiche di ricatto lavorativo: incentivazione del contratto a termine, lavoro part-time, abolizione delle garanzie contrattuali etc… Meccanismi che, a detta del politico di turno, dovrebbero incentivare gli investimenti stranieri: la ricattabilità del lavoratore fa sempre gola.
Accanto a questo è da non sottovalutare l’aspetto geografico: dove si svolge l’Estate Romana?
In centro. Da un lato le periferie: visitate solo in campagna elettorale, dormitori nati e cresciuti nella speculazione edilizia, privi di luoghi d’incontro e socialità (fosse anche una cantina dove andarsi a bere un bicchiere di vino con gli amici dopo il lavoro). Quartieri alveare in cui vanno scomparendo i rapporti di solidarietà. Dall’altro il centro che riproduce lo stesso modello di vita isolata e controllata, ma è arredato di belli e costosi locali, nasometri e telecamere, per non lasciar dubbi sull’eventualità del controllo sociale.
A fronte di questo quadro crediamo che creare un’alternativa al “pacchetto divertimento” offerto non sia un aspetto secondario: né per chi durante l’anno contro questo modello lotta, né per chi l’Estate la passa al muretto sotto casa.
Costruire momenti di socialità che non siano fondati sulla logica del profitto non vuol dire spendersi per una controcultura di nicchia da potersi rivendere in un secondo momento, ma riappropriarsi del proprio tempo libero, del proprio modo di viverlo. In altri termini sottrarre, anche solo momentaneamente, i nostri quartieri al profitto, allo Stato, alle imprese ed al controllo sociale.
In quest’ottica abbiamo pensato “E’-street! l’Estate in strada” come una cornice all’interno della quale le più disparate iniziative possano essere messe in comunicazione e presentate come un’alternativa reale all’estate romana istituzionale.
Ci siamo immaginati feste in strada o arene, cene o pranzi,giochi per bambini e degustazioni di vino per ubriacarsi insieme… Vogliamo mettere insieme tutte quelle iniziative autorganizzate antifasciste e antisessiste che spesso l’Estate fanno vivere in modo diverso i quartieri.
Il progetto è in fase di costruzione: partiremo il 14 Giugno con una festa sotto i Palazzi Rossi di Valle Aurelia, un primo calendario di eventi per il resto del mese di Giugno, ma speriamo che chiunque abbia in mente un’iniziativa da proporre o inserire si aggreghi.