20 ANNI DI OCCUPAZIONE, AUTOGESTIONE, LIBERAZIONE

20 ANNI DI OCCUPAZIONE, AUTOGESTIONE, LIBERAZIONE

11.11.2004 – 11.11.2024

Venerdì 15 novembre
Ore 18:30 DDL 1660: svolte repressive e possibilità di opposizione
Ore 21:00 apericena
A seguire dj set

Sabato 16 novembre
Ore 15:00 Passeggiata storica nel quartiere.
Ore 18:00 Ripercorriamo la nostra storia: Proiezione del documentario “memorie militanti”
A seguire cena sociale e canti di lotta

Venerdì 22 novembre
Jazz all’Inferno
VI Stagione, Episodio IV
Friends of Melody

Spazio Sociale Ex 51
Via Bacciarini 12 (Valle Aurelia)

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Open Day laboratorio di fotografia

Open day di fotografia

Mercoledì 30 ottobre ore 19:30

Questo laboratorio teorico/pratico di fotografia nasce con l’obiettivo di fornire ai e alle partecipanti le competenze necessarie per fare i primi passi nel favoloso mondo del linguaggio fotografico: scoprire, attraverso teoria e pratica, la grande differenza tra ”scattare” e “realizzare” una fotografia.
Il laboratorio non va inteso come un “corso tecnico” di fotografia, bensì come una esperienza in cui si imparano le nozioni fondamentali della fotografia classica, che permetteranno di realizzare fotografie che soddisfano le aspettative. Per questo si utilizzeranno fotocamere manuali, camere che ci permettono di modificare tutti i parametri a disposizione per gestire la luce. Il laboratorio sarà una esperienza che apre la mente e in cui coinvolgere i 5 sensi, non solo la vista. Sarà anche un viaggio, dentro e fuori di noi stessi.

Per qualsiasi dubbio o consulto non esitate a contattare:
Instagram: guillermoluna08
Email: gluna.fotoreporter@gmail.com

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SCENA MUSICALE A VALLE AURELIA

SCENA MUSICALE A VALLE AURELIA

Ciclo di proiezioni di alcuni film incentrati sulla musica degli anni ‘60-‘90

Il ruolo della musica nel cinema è ben noto a tutti, e conosciamo maestri come Ennio Monnicone e John Williams che di ciò hanno fatto la propria arte, accompagnando centinaia di film con bellissime colonne sonore che ci rimbalzano in testa non appena ne pronunciamo il titolo. Ma quale è il ruolo del cinema nella musica? Se volete scoprirlo, e odiate anche voi i “nazisti dell’Illinois”, vi aspettiamo a Valle Aurelia con un ciclo di 4 film a tema musicale in cui musica e cinema si mischieranno, esplorando il mondo del Blues, del Jazz e quello di due icone della musica come Bob Marley e Eminem.

22 maggio: The Blues Brothers
29 maggio: Bob Marley – One Love
5 giugno: Round night
12 giugno: 8 Mile

Ingresso gratuito — Inizio proiezioni ore 21:15

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COMMEDIA ALL’ITALIANA A VALLE AURELIA

COMMEDIA ALL’ITALIANA A VALLE AURELIA

Ciclo di proiezioni di alcuni classici della commedia all’italiana dagli anni ‘70 agli anni 2000.

Mario Monicelli, uno dei registi che ha fatto la storia del cinema italiano, in una delle sue ultime interviste nel 2006 disse: “L’Italia si presenta bene ad essere messa in commedia, anzi, sempre meglio!”

Con il ciclo “Commedie all’Italiana a Valle Aurelia” proietteremo dei film che possano rappresentare diverse sfaccettature della società italiana tra gli anni ’70 e gli anni ’00, analizzandole in un’ottica comica, e sottolineando come oggi, dopo decenni, alcuni temi trattati siano ancora più attuali e contestualizzabili, in mezzo alle tante risate a cui grandi attori come Proietti, Troisi, Benigni e Abatantuono ci hanno abituato.

3 Aprile
Febbre da cavallo (1976)

10 aprile
Non ci resta che piangere (1984)

17 aprile
Mediterraneo (1991)

24 aprile
Chiedimi se sono felice (2000)

Ingresso gratuito
Inizio proiezioni ore 21

 

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Ce lo spiega l’avvocato: il decreto anti-rave

Ce lo spiega l’Avvocato
Rassegna di incontri per capire meglio la legge

I appuntamento – il c.d. decreto “anti-rave”

Martedì 13 dicembre ore 21:30

Ad ogni appuntamento un avvocato ci spiegherà meglio come le nuove e vecchie leggi incidono e condizionano le nostre vite

Che cos’è il c.d. decreto “anti-rave”? In che modo può condizionare le nostre vite? Perché dobbiamo opporci ad esso?

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Giustizia per Hasib!

#Primavalle
Riceviamo e volentieri diffondiamo.La storia di Hasib circola ormai da qualche giorno, se ne parla al bar, davanti le scuole, in fila al supermercato e fra i banchi del mercato. Alcune voci riportano racconti arrivati da terzi mai verificati su di lui, tante altre invece insistono che si tratta di pettegolezzi perché, invece, Hasib è un bravo ragazzo, magari un po’ particolare per via della sua condizione di salute, ma di certo non il tipo di persona che si racconta in queste ore.

Ciò che è certo però è che questo ragazzo è sordomuto e che il 25 luglio 2022 ha accolto in casa sua dei sedicenti agenti di politizia in borghese. I suoi genitori in quel momento sono fuori e insieme a lui c’è solo sua sorella, anche lei affetta da disturbi. Gli chiedono i documenti. Poi, una colluttazione. In pochi secondi Hasib viene pestato a sangue e non si trova più in casa. Hasib è “caduto” dalla finestra. È finito in coma vigile, in una circostanza che è tutta da chiarire.

Iniziano a girare le telecamere, alla ricerca di scoop e dettagli con cui oliare la macchina dell’informazione. “Ma Hasib è bravo o no?” A noi non interessa questa polarizzazione.

Ci interessa condividere con il resto del quartiere una riflessione. La sua storia è quella di un ragazzo che, con la sua famiglia, è assegnatario da qualche anno di una casa popolare nel quartiere e quella di una persona che ha evidenti difficoltà di comunicazione. Possibile che tragedie come questa siano diventate una storia ricorrente, nei quartieri di periferia, come nei paesini di provincia? Possibile che non venga affrontato il disagio sociale di abita uqesti luoghi e che fenomeni di esclusione sociale si traducano sempre più frequentemente in storie che fanno fatica a trovare giustizia? Possibile che un ragazzo sordomuto non sia stato preso in carico dai servizi sociali del territorio e che la sua famiglia si sia fatta carico per tutti questi anni della sua condizione nel disinteresse generale del comune?

Giustizia per Hasib!
Degli abitantə del quartiere

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17 ANNI DI OCCUPAZIONE, LIBERAZIONE, AUTOGESTIONE

17 ANNI DI OCCUPAZIONE, LIBERAZIONE, AUTOGESTIONE

SPAZIO SOCIALE OCCUPATO EX 51

Sabato 20 novembre dalle ore 19
Giardini dei Palazzi Rossi – Valle Aurelia (ingresso da Via Stampini)

17 anni di Occupazione, Liberazione e Autogestione
Ex 51

Festa, cibo e musica

#Ex51 #ValleAurelia #ValledellInferno #Compleanno

 

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11.11.2004 – 11.11.2021 Auguri Ex 51

11.11.2004 – 11.11.2021
17 anni di Occupazione, Liberazione, Autogestione

Oggi è il nostro anniversario: anni di lotte, di presenza nelle strade, di iniziative, di musica, di cultura, di comunità.
A breve comunicheremo come vogliamo festeggiare questo compleanno.
A presto,
Ex 51

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Roma: Storie di soprusi firmati Cinema America

Prendiamo nuovamente posizione sui fatti avvenuti negli ultimi anni, e in particolare nel luglio del 2020, a seguito della notizia di ieri, riguardante la messa agli atti processuali di un video che mostra una diversa dinamica della pretesa aggressione ai danni del presidente del Cinema America.
Pertanto condividiamo e sottoscriviamo il comunicato dell’Osservatorio Repressione.

Roma: Storie di soprusi firmati Cinema America

«Dire la verità, arrivare insieme alla verità, è compiere azione comunista e rivoluzionaria.» A. Gramsci

Roma: Storie di soprusi firmati Cinema America

Ci ritroviamo a dover scrivere questo comunicato in maniera collettiva in quanto si è arrivati a un punto in cui, per forza di cose, è diventato necessario rendere pubblici alcuni avvenimenti che crediamo essere veramente gravi. Inoltre l’incombenza processuale ci costringe a farlo in questo momento.

Nell’ultimo mese, infatti, si è tenuto il primo atto del processo contro il famoso “stalker” di Valerio Carocci e l’1 dicembre ci sarà il processo.

Negli ultimi mesi Carocci ha provato, tramite varie personalità del “movimento” romano, a cercare un contatto dicendo che non voleva andare avanti sul processo, chiedendo in cambio di non sollevare mai più polemiche sulla sua persona. Per chi ci legge è bene chiarire: un contatto con chi? Chi siamo noi?
Siamo semplicemente una parte di questa città che non appoggia apertamente l’esperienza del cinema America, non la supporta e crede al contrario che non sia un’esperienza virtuosa. Alcuni di noi erano nel collettivo del Cinema America, altri ci hanno avuto a che fare negli anni, altri ancora lavorano nel mondo del cinema, dell’organizzazione di eventi e nell’ambito culturale e tutti noi ci siamo scontrati, quindi, in maniera diversa con questa realtà.
Tornado a quanto si accennava: dopo il tentativo di contatto da parte di Carocci alla ricerca di qualcuno che potesse “mediare” con la persona accusata da lui stesso, non trovando risposta, Carocci non ha ritirato la denuncia e alla prima convocazione il suo avvocato non ha voluto certamente mediare, al contrario ha aumentato il numero di accuse dando del mafioso a questo pericoloso “stalker”. Ci sembra quindi necessario ricostruire i fatti dal principio visto che fino ad oggi l’unico a parlare è stato solo ed unicamente Carocci, per mezzo stampa e con una grandissima copertura mediatica. Nessuno ha mai pensato di sentire l’altra campana, così adesso risponderemo a ogni singola accusa:

“Non lo conosco, mi insulta senza motivo da anni”

L. (il famoso stalker) insieme a molti di quelli che oggi scrivono questo comunicato, ha fondato il Cinema America, ovvero la prima occupazione del Cinema America, nata da una campagna chiamata “Transtinvaders” che coinvolgeva varie realtà tra cui, tra le principali, l’assemblea “Giovani al centro”, di cui L. e Carocci erano componenti.
Il cinema America fu occupato ben due volte e in queste occasioni sono stati denunciati molte persone, di cui alcuni di quelli che oggi si ritrovano a scrivere qui. Nel cinema poi fu molto presente la realtà di Ri-pubblica che coinvolgeva il CRAP (comitato romano acqua pubblica) e vari comitati che ragionavano di come rendere il cinema uno spazio comune.
I primi problemi con Carocci nacquero qui, quando lui aveva la necessità di stabilire la sua leadership e quindi far fuori qualunque forma collettiva che tentasse di portare avanti quell’esperienza.
Se non fosse per i problemi con i fascisti che frequentavano il quartiere che lo costrinsero a tenersi buone molte di quelle realtà a cui chiedeva di farsi difendere durante le serate, finché qualcuno non si è fatto male e Carocci è corso ai ripari dissociandosi totalmente dai fatti, andando inoltre a segnalare alla DIGOS di Roma chi fosse partecipe a questi fatti. Ma questa è acqua passata e tutto sommato può essere similare a molte storie avvenute dentro Roma, ma serve, secondo noi, solo a costruire il primo tassello di una realtà costruita sulla totale menzogna. Negli anni, infatti, il vizio di Carocci di cacciare chiunque partecipasse al suo collettivo (che poi è diventata un’associazione) non è scomparso, infatti sono decine le persone che abbiamo incontrato cacciate da Carocci per aver sollevato il benchè minimo dubbio sul suo operato o, per esempio, sul fatto che si parlasse sempre e solo di lui e poco di chi magari faceva turni di lavoro molto lunghi in maniera volontaria o scarsamente retribuita.
Questo per dire che Carocci L. lo conosce, e anche bene.

“Sono stato preso al collo, strattonato e buttato a terra”

Questa la dichiarazione di Carocci in merito alla famosa aggressione da cui parte il processo per stalking ai danni di L.
Peccato che…
C’è un video, fatto dalla telecamera di una banca, che riprende tutta la scena.
Questo video è agli atti e si vede benissimo che L. si avvicina, dice qualcosa a Carocci che è in motorino dopodichè si allontana e se ne va.
Nessuna traccia di questa presunta aggressione.
Nel processo però Carocci ha una testimone che giura di aver assistito all’aggressione così come Carocci la descrive. A questo punto ci pare evidente che tutta la narrazione di Carocci, che parte dall’aggressione, si fondi su una totale falsità.

Ma nonostante L. lo abbia sempre detto, le parole di Carocci sono bastate a far posizionare buona parte della sinistra di questa città. Quale sia il motivo di questi posizionamenti di ufficio ci sfugge, o forse non ci sfugge affatto ma non è l’oggetto di questo scritto.

Come si è arrivati alla scorta?

Agli atti di questo processo è presente un fascicolo che abbiamo avuto modo di leggere e studiare.
In questo fascicolo sono raccolti screenshot di qualunque tipo di post sui social sia stato fatto contro la realtà del cinema America. Qualunque tipo si intende dal post di critica articolata fino alla battuta o l’insulto.
Il fascicolo è diviso in capitoli che corrispondono a persone e (in questo fascicolo) c’è buona parte del movimento romano, dalle madri per Roma città aperta fino a compagni impegnati in battaglie sindacali, territoriali e solidali, insomma ci siamo tutti.
Doveroso è specificare (visto che non siamo come Carocci) che da questo fascicolo non sono partite denunce. Si tratta di una grande mole di screenshot raccolti dal suo gruppo di amici (negli screen infatti sono visibili i nomi di chi li ha fatti dal proprio account, tutti facenti parte del Cinema America) e consegnati alla DIGOS, sulla base dei quali si richiede quindi la protezione e la scorta.
Sarebbe divertente un giorno proiettare questi screenshot per mostrare l’inconsistenza su cui si fonda questa misura. Infatti in tutti questi insulti e critiche non si vede una sola minaccia. Si capisce perciò che anche quella della scorta è stata una vera e propria ricerca a cui il suo avvocato, anche sta volta, si è prestato. Tutta voluta dalla mitomania egocentrica di Valerio Carocci, un personaggio ormai pubblico che deve il suo essere “famoso” a vicende di cronaca perlopiù pompate in cui per anni, sempre a ridosso del “cinema in piazza” ha fatto la vittima, e tutti lì, ogni anno, a portare solidarietà.

Un uso privatistico delle forze di polizia e degli strumenti normativi:

Denunciamo, inoltre, l’utilizzo strumentale e privatistico degli strumenti normativi e “legali” da parte di Valerio Carocci, che ha negli anni querelato chiunque avesse detto una sola parola sul suo conto, cercando di creare un clima di intoccabilità e ricatto e creando la situazione per cui oggi, chiunque, ha paura a esprimersi criticamente verso la sua esperienza per paura di ritorsioni essendo ormai lui collegato a giornalisti, a istituzioni e alla DIGOS e potendosi rifare in più modi, avendo già mostrato il suo lato vendicativo.
Su questo dovrebbe riflettere il suo avvocato, a cui si pone una questione etica visto che è andato in tribunale a accusare di “metodo mafioso” chi si è permesso di criticare Carocci, chiediamo a lui se questo clima non gli ricorda qualcosa, che magari più che con la mafia ricorda la Democrazia Cristiana, ma insomma, siamo lì.

Ma aldilà della persona di Carocci, il modello Cinema America è un modello a cui guardare?

Il cinema America è ormai qualcosa che abbiamo visto negli anni accrescersi sempre di più. Se nei primi anni aveva qualche sponsor oggi ne ha decine, se i primi anni prendeva qualche fondo pubblico oggi prende centinaia di migliaia di euro, se prima aveva una piazza ora ne ha varie e inoltre ha un cinema tutto suo.
Sarebbe una bella storia se uno arrivasse da Marte penserebbe: beh a Roma c’è una grande attenzione alle politiche culturali! Pubblico e privato finanziano insieme i progetti e aiutano piccole realtà a crescere!
E invece no, perché mentre il Cinema America cresce sempre di più il resto di Roma muore o rischia di farlo.
Non vi è infatti un solo esempio di una realtà che a Roma abbia goduto di un simile trattamento, ma nemmeno qualcosa che si avvicina.
La regione Lazio, ad esempio, negli ultimi anni ha fatto moltissimi bandi e sono centinaia quelle realtà che nell’ultimo anno sono in attesa di risposta e chi ha avuto la sfortuna di lavorare con i bandi pubblici sa anche cosa voglia dire a livello burocratico e lavorativo. Nel caso del Cinema America però non c’è alcun bando eppure la regione riesce senza problemi, ogni anno, a finanziarli.
Discorso simile si può fare per il ministero delle politiche culturali dove Franceschini, che ha anche un legame di parentela con una ragazza frequentante l’associazione Piccolo America, è riuscito a garantire ogni anno il suo appoggio.
Dopodichè vengono gli sponsor di banche, di privati, della chiesa Valdese e di altre decine di realtà.
Non ultimo un “bando” fatto su misura per il cinema America dove gli si assegna per un numero di anni mai visto il cinema Troisi e sopra ci si mette qualche milioncino da investire per ristrutturarlo.
Questa politica, semplicemente, non ha precedenti e non sarebbe male se fosse replicabile ma il punto è che non lo è.
Crediamo sia da rigettare l’idea che per lavorare nell’ambito culturale in Italia il modello sia questo, ovvero un modello piegato a logiche di partito, a interessi, mitomanie e personalismi dove scompare totalmente il senso vero del lavoro culturale, che dovrebbe invece essere del tutto slegato da queste logiche.

Quale è il prezzo per tutto questo?

Il prezzo è sacrificare tutto il resto, rafforzare il partito che tutto questo può continuare a garantirlo e affossare gli altri. Attenzione perché qui non si parla solo del Partito Democratico ma di un partito più ampio, quello degli interessi su questa città che come abbiamo sentito dire da qualcuno in occasione dell’apertura alla campagna elettorale “aldilà di chi vincerà le elezioni deve garantire una serie di progetti su Roma”.
Il prezzo, da punto di vista culturale, è altissimo. Di fatti il cinema America ha da anni rinunciato a ogni tipo di contenuto radicale, è diventato vetrina del grande cinema e il conflitto lo ha reindirizzato solo contro le realtà culturali più piccole o verso l’universo dei compagni e dei movimenti già in crisi da molti anni.

Perché questo comunicato?

Come abbiamo detto il 1 dicembre ci sarà il processo per stalking a L., un ragazzo che negli anni si è speso nelle battaglie antifasciste, è stato nei percorso e nei progetti solidali con i paesi Baschi e contribuito, come molti, alle lotte territoriali di questa città. Uno che però ha fatto l’errore di insultare Carocci, dicendogli in faccia che quello che stava facendo gli faceva schifo e che aveva cacciato un sacco di persone da quel posto per la sua megalomania. L. oggi si ritrova sotto processo e crediamo che tutti, debbano rigettare questa roba.
Oggi L. ha bisogno di avere solidarietà intorno a lui e che una versione diversa dei fatti esca il più possibile, per questo chiediamo di diffondere questo comunicato in tutti i canali indipendenti e sperando che venga ripreso per mezzo stampa.
Chiediamo inoltre a personalità politiche e pubbliche di aderire e trovare il modo di uscire da questa situazione vergognosa che potrebbe darsi in termini di pene da scontare da parte di L. che a differenza di Carocci non può permetterselo.
A seguire lanceremo un appuntamento benefit per supportare le spese di questo processo e un appuntamento pubblico dove chiediamo la partecipazione di tutti.
Perché qui non si tratta solo di L. ma di tutte le realtà finite sotto il suo mirino e che chiunque abbia frequentato il movimento, anche dopo le tantissime divisioni e scazzi, non può certo venir meno a dei principi basilari. Qui si sta parlando di un’idea di città, dove è bene che esistano differenze ma crediamo sia inaccettabile che scompaia tutto per veder rafforzare una sola persona. Una persona pericolosa.

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Festa sotto i Palazzi Rossi

Festa sotto i Palazzi Rossi

Sabato 9 ottobre dalle 18:00
Giardini Ater dei palazzi rossi
Valle Aurelia

Cibo, musica e politica dal basso

Assemblea pubblica:
“Sanità pubblica dentro e al di là della pandemia”

A seguire jam session jazz
djset

Durante la serata panini con la salsiccia, vegetariani e birre

Ingresso da via Stampini

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